TRAFFICO DI STUPEFACENTI: ROTTE NUOVE E PROBLEMI VECCHI
Un commento, con l’avvocato Simone Labonia, sulle nuove forme di diffusione delle droghe, che hanno visto coinvolto il pieno centro della nostra città.
Negli ultimi anni, il traffico di stupefacenti ha assunto forme sempre più sofisticate e difficili da intercettare. Le organizzazioni criminali si avvalgono di metodi innovativi per trasportare e distribuire droga, sfruttando binari insospettabili anche nel cuore delle città. Questo fenomeno non solo alimenta la criminalità organizzata, ma porta con sé una serie di problematiche collaterali, tra cui il possesso illecito di armi e il riciclaggio di denaro proveniente dalle attività illecite.
I narcotrafficanti hanno compreso l’importanza di rendere meno visibili le loro attività. Oltre alle tradizionali piazze di spaccio, sempre più spesso utilizzano canali apparentemente legittimi per la distribuzione della droga. Un esempio è l’uso di locali pubblici, piccoli esercizi commerciali o perfino mezzi di trasporto urbano, come taxi e corrieri. In alcuni casi, i criminali si infiltrano nei servizi di consegna a domicilio, sfruttando il boom dell’e-commerce per mascherare le transazioni illecite.
L’adattabilità delle reti di spaccio rende difficile per le forze dell’ordine individuare e colpire i trafficanti. Inoltre, molte delle persone coinvolte nel traffico di droga operano con ruoli di basso livello, come pusher o corrieri occasionali, riducendo i rischi per i vertici delle organizzazioni criminali.
Il commercio di droga è strettamente connesso al traffico di armi. I pusher e le bande criminali spesso si dotano di pistole e fucili per difendere il proprio territorio, minacciare rivali e contrastare eventuali interventi delle forze dell’ordine. Questo porta a un aumento della violenza urbana e a un maggiore senso di insicurezza tra i cittadini.
Un altro aspetto cruciale è il riciclaggio del denaro. Le somme derivanti dallo spaccio devono essere ripulite attraverso attività economiche apparentemente lecite. Vengono usati ristoranti, negozi, società di noleggio e perfino investimenti immobiliari per reintrodurre il denaro nel circuito finanziario senza destare sospetti.
Il Codice Penale italiano prevede pene severe per i reati legati agli stupefacenti. L’art. 73 del D.P.R. 309/90 punisce la produzione, il traffico e la detenzione illecita di droga con pene che variano in base alla quantità e alla tipologia di sostanza. Per i piccoli spacciatori, si applicano pene detentive da 6 a 20 anni e multe fino a 260.000 euro, mentre per i consumatori è prevista la segnalazione alle autorità competenti e sanzioni amministrative.
Per contrastare il fenomeno, oltre alla repressione, sono necessarie misure di prevenzione e reinserimento. L’Unione Europea ha promosso programmi di sensibilizzazione e sostegno per i giovani a rischio, finanziando progetti di educazione e formazione. Le comunità terapeutiche e i percorsi di riabilitazione rappresentano un’alternativa alla detenzione per coloro che cadono nella spirale della dipendenza.