Slot machine truccate, sette rinvii a giudizi tra Cava e Nocera
Slot machine truccate, sette rinvii a giudizio. Accolta la richiesta della Procura nell’ambito dell’inchiesta tra Cava e Nocera Inferiore culminata con gli arresti di gennaio. Era stato ricostruito la rete che si sviluppava sull’asse Napoli-Salerno che e consentiva al gruppo di intascare il denaro delle giocate utilizzando slot machine modificate, risultate ad una verifica tecnica del tutto prive di collegamento alla rete telematica, in modo da bypassare i dovuti versamenti all’erario sui soldi scommessi dagli utenti. Gli apparecchi, come accertato dai finanzieri, erano stati clonati, col preciso scopo di evadere le imposte previste sui giochi da intrattenimento, oltre che di ingannare i giocatori, a loro volta truffati in qualità di fruitori inconsapevoli di apparecchi “off-line”. Le indagini sono scaturite da un’attività specifica di controllo effettuata dai finanzieri all’interno di un bar di Cava de’ Tirreni, dove erano stati installati gli apparecchi da intrattenimento non collegati alla rete telematica dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Come noto il mancato collegamento alla rete, infatti, preclude sia il calcolo del Prelievo Erariale Unico – indicato dalla sigla-acronimo Pri – che i controlli sulla corretta gestione delle vincite da elargire ai giocatori, con la ripartizione svolta e calcolata secondo dei precisi parametri che tengono conto di percentuali previste per legge. Durante gli accertamenti effettuati dai finanzieri, la titolare dell’esercizio commerciale aveva spento con un telecomando le slot machine detenute illegalmente nel retro bottega. Le successive indagini effettuate attraverso intercettazioni, hanno consentito d’individuare in particolare due luoghi chiave dell’illecito, due garage ubicati a Nocera Inferiore che erano stati adibiti a laboratorio. In questi locali, secondo le investigazioni svolte con attività tecniche e successivi riscontri sul posto, venivano deliberatamente manomesse le schede informatiche di slot machine dismesse per alterarne il funzionamento, esattamente come avviene per quanto riguarda i sistemi di contraffazione e riciclaggio per il mercato nero delle vetture clonate. I finanzieri del comando provinciale avevano scoperto anche che le macchine venivano installate presso diversi esercizi commerciali, nelle province di Napoli e Salerno, con la compiacenza dei gestori, che garantivano senza problemi la propria disponibilità, dietro versamento previsto del compenso attinto dalle somme accumulate dalle macchine, in accordo con i fornitori.
Erano stati sequestrati 20 singoli apparecchi “off line” illegalmente modificati, con tanto di relativi nulla osta di messa in esercizio falsi, in grado di apparire leciti come previsto dalla legge sul gioco, con altri 65 apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro manomessi, un totale di 236 schede da gioco e i ricollegati 61 nulla osta di messa in esercizio. Ora per sette coinvolti scatta il processo.