PERCHÉ NESSUNO VI HA MAI PARLATO DI GIUSEPPE FLAVIO ?
* La rubrica dell’esperto
Gerusalemme
Anno 37 D.C.
Nasceva in quell’anno Yosef Ben Matityahu ,ebreo ,in seguito naturalizzato cittadino romano con il nome di
Tito Flavio Giuseppe.
Di buona famiglia , era stato ben erudito nelle lettere ,fino a raggiungere ,essendone anche naturalmente dotato,un livello di cultura straordinario.
Partecipò alle guerre di liberazione del suo popolo contro i dominatori di Roma,ma venne fatto prigioniero ed in ragione del suo rango condotto davanti all’imperatore Vespasiano.
Questi rimase colpito dalla sua carismatica sapienza ,al punto da concedergli ,oltre la sua protezione ,anche la cittadinanza romana, naturalizzandolo con il nome della sua stirpe.
Giuseppe Flavio andò a vivere a Roma ,dove ,pur essendo di origine giudaica , godette del favore degli imperatori della famiglia Flavia.
Sia Vespasiano ,considerato il vero fondatore dell’Impero, che i figli Tito e Domiziano, regnando fino al 96 DC.(Giuseppe Flavio morirà intorno al 100)lo tennero in grande considerazione.
E’ in questa ottica che si inquadra la figura del nostro personaggio ,capace per la sua grande cultura ,non solo di emanciparsi socialmente ,ma anche ,con le sue opere letterarie ,di diventare uno scrittore fondamentale nella storia dell’umanità.
Sembrerebbe una normale vicenda da ascrivere agli annali di quei tempi ,in cui un notabile come il nostro intellettuale ebreo ,trova giusta collocazione, ma
invece in questa vicenda c’è molto altro e di importanza superiore.
Attenzione ! perché parleremo di “nascita del Cristianesimo,” religione seguita da due miliardi e mezzo di persone ,su otto che compongono la popolazione mondiale.
Altri due miliardi sono musulmani, un altro sono induisti, un altro ancora comprende i seguaci delle religioni minori, mezzo miliardo sono i buddisti ,mentre
la parte restante ,consistente nell’ultimo miliardo di individui , comprende gli agnostici e gli atei.
Perché chiediamo attenzione?
Semplicemente perché il nostro Giuseppe Flavio scrive intorno al 94 D.C. le “Antichità Giudaiche“, cioè la storia del suo popolo .
Sembrerebbe ancora un evento normale di carattere letterario ,ma non è così.
Questa opera , scritta sotto il regno di Nerva da un autore legato a filo doppio alla famiglia Flavia ,a cui deve tutto il suo attuale rango, contiene un paragrafo denominato “Testimonium Flavianum”, nientemeno che la prima citazione storica e inconfutabile del personaggio di Gesù.
Giuseppe Flavio lo descrive come un ebreo che opera prodigi ,raccogliendo al suo seguito una schiera di proseliti che continueranno a raccontare le vicende che lo riguardano , anche dopo la sua morte.
A questo punto la nostra analisi diventa ,a giusta ragione ,articolata e puntuale.
Il ragionamento diventa lungo e costringerlo ad una sintesi forzata lo priverebbe di quella concretezza necessaria per l’importanza delle nostre enunciazioni.
Preferiamo quindi completarlo nel prossimo appuntamento settimanale.
Per adesso lasciate che vi auguri una “Buona Pasqua “,come ci hanno abituati a fare da quando siamo nati.
Consentitemi ancora di sperare che ,alla fine di questa attenta analisi, la “Pasqua” diventi per voi una convinzione ragionata e non un semplice indottrinamento accettato solo per tradizione .
*Camillo Lambiase