You are here
IL POTERE DI INTERVENTO DEL CITTADINO IN CASO DI FLAGRANZA DI REATO L'Avvocato risponde 

IL POTERE DI INTERVENTO DEL CITTADINO IN CASO DI FLAGRANZA DI REATO

L’argomento è particolarmente delicato, soprattutto in un’epoca come la nostra, in cui sta sempre più prendendo piede l’idea della “Giustizia fai da te”!
Commentiamo con l’avvocato Simone Labonia la notizia dell’intervento di un nostro atletico concittadino, che ha sventato un furto in un supermercato.

In Italia, il codice di procedura penale prevede che un cittadino possa intervenire in determinate circostanze per fermare un reato in corso. Tuttavia, tale facoltà è sottoposta a limiti stringenti per evitare abusi o violazioni dei diritti fondamentali.

L’articolo 383 del codice di procedura penale stabilisce che qualsiasi cittadino può procedere all’arresto di una persona colta in flagranza di reato nel caso di delitti non colposi per i quali la legge prevede la pena dell’ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni e nel massimo a venti anni. Questo significa che l’arresto da parte del privato cittadino è possibile solo per reati di particolare gravità, come omicidio, rapina aggravata, sequestro di persona e altri crimini di analoga entità.

Dopo aver effettuato l’arresto, il cittadino è obbligato a consegnare immediatamente l’arrestato all’Autorità Giudiziaria o alla polizia. Non farlo potrebbe configurare un reato, come la privazione illegale della libertà personale.

L’azione del privato deve sempre rispettare i principi di proporzionalità e necessità. L’uso della forza è ammesso solo nella misura in cui sia indispensabile per bloccare il reato o immobilizzare il soggetto, evitando eccessi che potrebbero portare a responsabilità penali per lesioni personali o violenza privata.

Inoltre, il privato non ha poteri investigativi, né può trattenere un soggetto se non nei limiti strettamente necessari alla consegna alle forze dell’ordine. Qualsiasi abuso potrebbe trasformare l’intervento in un atto illecito.

La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha chiarito che l’arresto deve essere una “extrema ratio”, giustificata solo da un’immediatezza della condotta criminosa e dalla mancanza di alternative. In particolare, la Cassazione ha ribadito che il privato cittadino non può farsi giustizia da solo, e che l’intervento deve sempre avvenire nel rispetto della legge.

In diverse sentenze, la Suprema Corte ha annullato arresti operati da privati quando sono stati ritenuti non proporzionati o ingiustificati, sottolineando che il diritto di difesa e di reazione deve sempre essere esercitato nel rispetto dell’ordinamento.

Un cittadino, dunque, ha il diritto di intervenire di fronte a un reato grave in corso, ma deve farlo con cautela, nel rispetto dei limiti imposti dalla legge. L’intervento deve essere necessario, proporzionato e finalizzato esclusivamente a garantire la giustizia, senza sconfinare in atti arbitrari o eccessivi. Per evitare rischi, la scelta più sicura e opportuna resta sempre quella di chiamare immediatamente le forze dell’ordine, lasciando a loro il compito di intervenire.

scritto da 







Related posts