Il messaggio di Patrizia Spinelli (Feneal Uil) sul 25 Aprile
“Celebriamo il 25 aprile: la Liberazione dell’Italia dalle barbarie nazifascista, la rinascita della democrazia, il risveglio di una coscienza collettiva che ha scelto la libertà. Il 25 aprile non è solo una data nel calendario. È una scelta morale. È un’eredità da raccogliere e rinnovare. È la promessa che ciò che è stato non tornerà poi”. Inizia così il discorso che la segretaria generale della Feneal Uil Patrizia Spinelli ha tenuto questa mattina in piazza Vittorio Veneto in occasione della cerimonia organizzata dalla Prefettura.
“Oggi più che mai, questa promessa va difesa. Perché il fascismo non si ripresenta sempre con gli stessi simboli, con le stesse divise, ma spesso si traveste da intolleranza, da indifferenza, da negazione della memoria. Combattere il fascismo, oggi, significa opporsi all’odio, al razzismo, alla discriminazione, alla censura, alla disuguaglianza – ha aggiunto la Spinelli – Significa dire no a chi nega la storia, a chi vorrebbe riscriverla, a chi banalizza la dittatura, a chi relativizza il valore della Resistenza. Per questo, la memoria è uno strumento di lotta. Non è solo ricordo del passato: è orientamento per il futuro.
E in questa battaglia per la memoria, la scuola ha un ruolo decisivo. Perché educare alla libertà significa insegnare il rispetto, la dignità, la partecipazione. Significa formare coscienze critiche, capaci di scegliere, di indignarsi, di non accettare l’ingiustizia come normalità.
La libertà che celebriamo oggi non è solo l’assenza di catene, è la possibilità concreta di vivere con dignità, di lavorare in sicurezza, di costruirsi un futuro senza paura. Troppe persone, oggi, vivono in un presente fatto di precarietà, sfruttamento, esclusione. Ed è lì che dobbiamo portare la Resistenza”. E ancora: “E poi c’è l’Europa. Un’Europa nata dalle macerie della guerra, fondata su valori di pace, solidarietà, diritti. Difendere questi valori significa anche oggi essere antifascisti. Significa schierarsi contro i muri, contro l’odio, contro la criminalizzazione della solidarietà.
Oggi, mentre nel mondo risorgono autoritarismi, mentre l’antisemitismo e l’islamofobia tornano a farsi sentire, mentre si vuole silenziare il dissenso, noi dobbiamo dire con forza: Ora e sempre Resistenza…Il lavoro non può essere sfruttamento. Il lavoro non può essere morte -ha poi aggiunto nel suo intervento il segretario della Feneal Uil di Salerno – E ricordiamo anche che la libertà delle donne è la misura della libertà di una società. Non può esserci democrazia se una donna ha paura a denunciare, a camminare sola, a dire no. Serve un impegno collettivo contro ogni forma di violenza di genere.
E voglio chiudere con un pensiero a Papa Francesco, che ci ha lasciati da poco. Un uomo che ha saputo incarnare lo spirito della pace, dell’accoglienza, della giustizia sociale. Un Papa che nella sua terra aveva conosciuto le ferite della dittatura e che ci ha insegnato che non si può essere neutrali davanti al dolore del mondo. Anche nel giorno della sua scomparsa, il suo messaggio resta vivo: essere partigiani della pace, della giustizia, della dignità. Sempre.
Il 25 Aprile non è un rito. È un richiamo. È un invito a scegliere ogni giorno da che parte stare. Viva la libertà, viva la Resistenza, viva il 25 Aprile. E viva chi ogni giorno lotta per i diritti di tutti”.