GIORDANO BRUNO NON MORI’ BRUCIATO
*La rubrica dell’esperto
Un piccolo corteo si dirige al centro del largo di fronte all’Ambasciata Francese.
Il passo cadenzato dei “papalini” viene regolato da un battente ritmato ; esso annuncia che l’uomo incatenato al centro della comitiva e’un condannato a morte.
Giordano Bruno era nato a Nola nel 1548 ed è proprio lui che viene condotto al patibolo.La condanna è la più atroce :
Rogo!
Clemente VIII , il Papa capo della Chiesa che predica il perdono e la misericordia ,ha ratificato la terribile decisione della Santa Inquisizione Romana.
La mordacchia di ferro applicata alla bocca dello sventurato gli impedisce di gridare invettive, contro chi gli ricaccia in gola il suo libero pensiero.
Di Savonarola fu bruciato il corpo ,ma solo dopo averlo impiccato,mentre del Nolano la sentenza prevede che venga arso vivo.
Questo testimonia l’odio feroce del Pontefice nei confronti del filosofo che per primo ,a occhio nudo ,ha veduto nel firmamento “gli infiniti mondi”
Non vogliamo con questo nostro intervento. “stravolgere”
alcuna verità storica ,ma solo affermare con buona certezza che a causare la morte di Giordano Bruno non furono le terribili ustioni del patibolo.
Le modalità di innesco del rogo fatale prevedevano che venissero date alle fiamme dei tronchetti di legna ammucchiati ai piedi dell’asse verticale che reggeva il condannato .
Questi aveva le mani legate dietro la schiena ed una corda al collo che gli teneva la testa alta.Spesso i parenti pagavano di nascosto il boia ,perché stringesse il cappio fino a strangolare il poveretto ,in un gesto estremo di pietà che gli evitasse i tormenti delle fiamme.
Perché queste ultime avessero forza consistente per bruciare i tronchetti ,necessitava un innesco consistente.
Questo era provocato dalla combustione di fascine secche che venivano addossate alla catasta disposta ai piedi del “morituro”
Appena prendevano fuoco ,le fascine bruciavano rapidamente producendo una grande quantità di fumo denso.
Il condannato veniva avvolto dai gas di combustione .
Questi ,ricchissimi di ossido di carbonio ,una volta inalati copiosamente procuravano la morte dello sventurato.
E’quanto pensano i
“Bruniani “che ogni anno il 17 febbraio si radunano sotto la grande statua in Campo de’Fiori.
Anni fa c’ero anch’io.
Qualcuno piangeva ,ma tutti erano pieni di ammirazione per il martire ,quando una voce gridò verso il cielo:
“Giordano Bruno qui arse il tuo corpo non il tuo pensiero!”
*Camillo Lambiase