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Eboli, impianto crematorio nel mirino: “Violazione norme regionali, rischio danno erariale” Provincia Provincia e Regione 

Eboli, impianto crematorio nel mirino: “Violazione norme regionali, rischio danno erariale”

Non si placano le polemiche a Eboli in seguito alla recente delibera n. 61 del 18 marzo 2025 della Giunta comunale, che ha espresso parere favorevole all’avvio della procedura di Project financing per la realizzazione di un impianto crematorio sul territorio comunale. 

 

A tenere alta l’attenzione sulla questione stavolta è un comitato di cittadini, che in una lettera aperta indirizzata ai consiglieri comunali, esprimono forte preoccupazione e contestano la legittimità dell’iniziativa. Il fulcro della loro argomentazione risiede nella palese violazione del Piano Regionale di Coordinamento per il rilascio delle autorizzazioni regionali alla realizzazione dei crematori, approvato dal Consiglio Regionale della Campania il 23 aprile 2024 (Delibera di Giunta Regionale n. 443 del 26 luglio 2023). 

Il comitato fa notare ai consiglieri che il Piano Regionale stabilisce criteri precisi per la localizzazione dei nuovi impianti, mirando a una distribuzione equilibrata sul territorio. Un punto cruciale evidenziato nella lettera è che per l’intera provincia di Salerno sono previsti solamente tre templi crematori. Attualmente, ne esistono già due nei Comuni di Cava de’ Tirreni e Montecorvino Pugliano, mentre un terzo, la cui procedura è stata di recente riabilitata dal Tar, è in fase di ultimazione a Sant’Egidio del Monte Albino, oltre ad altre iniziative in corso in diverse aree della provincia. 

“Alla luce di questi elementi – si legge nella nota – la realizzazione di un quinto o addirittura sesto impianto nel Comune di Eboli risulta in evidente violazione delle disposizioni regionali vigenti (che, giova ribadirlo, limita a tre il numero di impianti per l’intera provincia di Salerno)”. 

Il comitato di cittadini non si limita a contestare la conformità normativa dell’iniziativa. Nella lettera, infatti, si sottolinea il “concreto rischio di danno erariale” a cui l’Ente potrebbe andare incontro. Tale rischio deriverebbe sia dall’eventuale insorgere di contenziosi amministrativi, sia dal possibile obbligo risarcitorio nei confronti di terzi, con conseguenti ripercussioni negative sulle casse comunali. 

Di fronte alla “gravità della situazione e al potenziale impatto sulle risorse pubbliche e sull’interesse collettivo”, il comitato rivolge un appello diretto ai consiglieri comunali. Viene chiesta con fermezza un’immediata attivazione per discutere e promuovere la revoca della delibera di Giunta comunale n. 61 del 18 marzo 2025. 

“L’atto di revoca si rende necessario – concludono i cittadini – non solo per conformarsi al quadro normativo vigente, ma anche per evitare che il Comune si trovi coinvolto in una procedura amministrativa priva di validità e potenzialmente dannosa per noi cittadini”. 

Ora la palla passa ai consiglieri comunali, chiamato a valutare attentamente le argomentazioni sollevate e a decidere sul da farsi per tutelare la legalità e gli interessi della comunità.

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