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BusItalia fa cassa con la lotta ai “furbi” e gli abbonamenti in provincia di Salerno Cronaca 

BusItalia fa cassa con la lotta ai “furbi” e gli abbonamenti in provincia di Salerno

Da una parte il potenziamento delle linee, dall’altra la necessità di garantire il servizio nonostante il dimezzamento dei fondi pubblici. A due anni anno dall’uscita di scena del Cstp e del subentro di Bus Italia è possibile fare un bilancio, in attesa che con il 2019 sia rinnovato il parco mezzi. I nuovi bus. «Abbiamo pullman che presentano un’anzianità media elevata», è la premessa di Antonio Barbarino , amministratore delegato dell’azienda. In tutto, in strada viaggiano 275 bus, sono funzionati e superano la revisione annuale, ma hanno un età media di almeno 12 anni. Per ringiovanire il parco automezzi, chiarisce Barbarino, «abbiamo investito 10 milioni per acquistare direttamente 40 mezzi (gli ultimi bus acquistati sono 15 Sprinter Mercedes) e cofinanziamo per il 30% l’investimento della Regione Campania, nell’ambito di una procedura di gara». In totale, a BusItalia sono stati assegnati 65 autobus; 10 sono stati ordinati e sono interurbani da 12 metri e arriveranno in primavera, il resto dovrebbe arrivare entro la fine del 2019. «La manutenzione di mezzi ormai datati implica un onere sul nostro bilancio che è significativo, fino a 4 milioni all’anno. Svecchiando i bus c’è un vantaggio per l’utenza, per i nostri lavoratori e anche per l’azienda». La campagna anti evasori. Positivo anche il bilancio della campagna contro i “portoghesi”. «L’anno scorso – spiega Barbarino – abbiamo chiuso l’anno con un bilancio di 8 milioni, quest’anno di 10 milioni. Abbiamo recuperato parecchio per merito dei nostri lavoratori, che abbiamo sostenuto affiancandoli con un servizio di vigilanza che dà sicurezza ai passeggeri e anche a chi fa le verifiche di viaggio». Il piano traffico. Come ogni anno, anche per quello appena trascorso, l’azienda ha fornito al Comune tutta una serie di dati sulla frequentazione, sulla movimentazione tra luogi di partenza e destinazione. «Sul territorio, in termini di viabilità e di piano traffico – continua l’amministratore delegato – la decisione spetta agli Enti competenti. Bisogna tenere presente che tra il 2010 e il 2011 il servizio è diminuito di molto perché c’è stato un taglio imponente dei fondi, ragione per cui è andato in crisi il Cstp. Ora i soldi a disposizione sono gli stessi, i costi crescono e facciamo grande fatica per assicurare il servizio. Va detto, però, che non sarà più come un tempo. Si è passati dai 400 milioni di fondi del 2010 a 270 milioni di oggi. Le frequenze del Cstp non potranno esserci più. Le risorse consentono questo volume, non possiamo fare chilometri che nessuno paga». In controtendenza, invece, la frequenza per l’Università di Fisciano, nonostante mancano i collegamenti serali tra il Campus e Salerno. «Le tariffe, nonostante il traffico passeggeri ci sia, non sono tali da coprire l’intero costo d’esercizio, quindi – chiarisce Barbarino – accanto ai biglietti dobbiamo avere i corrispettivi contributi, così come è per l’Università dove c’è stato un potenziamento nel quadro di maggiori fondi per il diritto allo studio. Anche razie alla campagna abbonamenti la domanda di trasporto per l’Ateneo è aumentata del 50% dal 2016 e la Regione stanzierà ulteriori fondi». (fonte: lacittadisalerno.it)

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