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DAGLI APPENNINI ALLE ANDE Attualità 

DAGLI APPENNINI ALLE ANDE

* LA RUBRICA DELL’ESPERTO

Il ventaglio in presentazione oggi è per me molto importante,non tanto per il suo valore ,ma per la storia a cui è legato.Ho potuto rivedere questo oggetto e cogliere l’opportunità di raccontarvi questo emozionante evento ,grazie alla disponibilità della gentile cliente a cui lo vendetti circa venti anni fa.La ringrazio pubblicamente ,unitamente
alla signora Paola De Dominicis ,tra le massime esperte italiane di ventagli d’epoca, per avermi aiutato a curare la consueta scheda alla fine dell’articolo.

Correvano sicuramente i primi anni del duemila ,visto che da poco la nuova moneta europea aveva sostituito le nostre vecchie lire.
Mi trovavo già da qualche giorno a Buenos Aires ,durante il primo dei miei tre viaggi in questa terra che fu ,in particolare agli inizi del ‘900,frontiera della massiccia emigrazione italiana di quei tempi.
Avevo girato tutta la mattinata per “la calle S.Elmo”,la via degli antiquari che scivola giù dalla “Defensa“ ,fino alla “Plaza des Armas”.


Ero alla ricerca ,per la mia bottega ,di quegli splendidi oggetti di importazione europea,in particolare ventagli,largamente richiesti nei mercati del Sudamerica,a quei tempi molto ricchi.
La mattinata era volata e gli affari erano andati bene .Ero stanco di girare a piedi ed ,essendosi fatta ora di pranzo ,volevo fermarmi ad una “cafeteria “, quando il mio sguardo si posò su di una tabella di un negozio dal sapore italiano: “ANTIGUEDADE COZOLINO”
Un signorotto ,avanti negli anni ,appoggiato alla vetrina mi disse “ciao”ed io ,un po’ sorpreso ,risposi.
Dopo qualche minuto ero seduto insieme a quel simpaticone dentro la sua “tienda”
Mi disse che lui ormai riconosceva un turista italiano senza sbagliare mai .
Fu immediatamente gioviale con me ,come capita a tutti gli argentini di origine italiana quando incontrano un conterraneo.
Mi raccontò’la sua storia a partire da suo nonno,Gennaro Cozzolino ,venuto a Buenos Aires appena dopo la fine della prima guerra,esattamente nell’autunno del 1919.
Fraternizzammo subito ,al punto che ogni giorno passavo da lui sempre a quell’ora.Condividevamo il pasto che la moglie gli preparava la sera prima e poi restavamo a parlare dell’Italia ,intercalando spesso in dialetto nostrano.Il tutto
di fronte ad una immancabile bottiglia di Chardonnay, un vino che a lui piaceva molto.
Adorava suo nonno ed ogni volta che me ne parlava si commuoveva ; come lui si chiamava
Gennaro e mi raccontava che era volato via con l’Italia negli occhi.
Quando poi mi scappava qualche termine particolare in dialetto napoletano “saliva loco”,usciva pazzo e mi obbligava a ripeterlo
dieci volte.

 


Nei successivi miei due viaggi ,diventammo inseparabili.Pur di tenermi nel negozio con lui ,quando arrivavo dall’Italia ,mi faceva trovare un sacco di cose belle ; le metteva da parte per me tra un viaggio e l’altro.Era tanto il materiale che mi conservava ed il prezzo così conveniente ,che il mio budget acquisti si esauriva immediatamente.Facevo un giro veloce per Sant’Elmo e poi rimanevo con lui a chiacchierare.Al terzo viaggio gli dissi che non sarei più tornato perché 14 ore di volo erano divenute per me insostenibili.
Ricordo che l’ultimo giorno ,quando entrai per salutarlo , aveva il viso “appeso”
Smisi dalle spalle il mio zaino, in cui riponevo le cose che compravo e mi sedetti sulla “mia”poltroncina di fronte al suo magnifico scrittoio antico.

 


“Dai Gennari’,non essere triste,abbiamo detto che verrai a trovarmi in Italia” ,gli dissi per rincuorarlo.
Era anziano, ma quel pomeriggio i suoi quasi ottant’anni mi sembrarono molti di più. Rispose mestamente:
“Anche mio nonno diceva così, ma poi non è riuscito a rivedere più la sua Napoli.”
Ad un tratto prese a rovistare in un cassetto e tirò’fuori un astuccio con un ventaglio.Lo avevo già visto il primo giorno che ero entrato e subito gli avevo chiesto di vendermelo,ma mi disse che lo aveva promesso a un suo cliente. Lo aveva preso da un cinese e gli era costato 150 dollari.
“Dammi i soldi che diedi al “Cino” ; mio nonno dal cielo non approverebbe che io lucrassi su un paesano”.
Così dicendo mi porse quella meraviglia riportata nell’articolo di oggi.
Poi soggiunse :
“Paisa’(così mi aveva chiamato fin dal primo giorno) però ,prima di partire ,vorrei da te un favore.
Mi devi leggere una cosa che ha scritto mio nonno in napoletano.
In cinquant’anni da qui sono passati centinaia di italiani ,di ogni regione ,ma nessuno aveva l’accento come il tuo.
Tu parli tale e quale a lui, ma proprio uguale,credimi.
Egli morì quando avevo vent’anni ed io mi ricordo bene il suo modo di parlare;quella
voce mi manca tanto.
Prima di morire scrisse
una poesia su questo foglio ed io la ho conservata.
La leggo sempre,ma io parlo un napoletano-spagnolo.Me la sono fatta leggere da tanti italiani che sono passati di qui’ ma nessuno parlava come te.Recitala tu per me,ti prego,sono sicuro che mi sembrerà di sentire mio nonno quando me la lesse il giorno prima di morire”
Mi porse il foglietto ed io percorsi con gli occhi quelle righe incerte ,ma riuscii mentalmente a decifrare ogni parola ,poi la mia voce fu calda e appassionata ,perché ci tenevo a trasmettere una bella emozione a quel vecchio nipotino italiano di ottant’anni

“NU’ ME MANCAT O SORD E NU BICCION E VIN,
INT A STU POST IMMENS ,SCUNFINAT E TRIST.

MA O CIEL E O MAR AZZURR E MARGELLINA,
L’URDEMA COSA CA CHIST’UOCCHIE MIE ENN VIST”

Scheda :

VENTAGLIO MANDARINO, proveniente da Macao, regione della Repubblica Popolare Cinese, a Nord di Hong Kong
Pagine in carta e stecche in argento
Le faccine dei personaggi sono tutte in avorio applicate ognuna a mano.
Ventagli con questa peculiarità vengono chiamati anche “Centofacce”

Valutazione 1500/2000 €

*CAMILLO LAMBIASE

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